Criptovalute: la ricetta per diventare milionari o il più grande bluff economico della storia?

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di Sabino Vincitorio coofondatore della Starting Finance Club Bocconi e membro della Unit DeFi presso la Bocconi Cryptocurrency Association (BSBCA)

Tempo di lettura stimato: 7 minuti

Criptovalute, Bitcoin, NFT: da anni questi termini monopolizzano i titoli di giornale, i salotti televisivi e magari anche le chiacchiere quotidiane, ma cosa sono in realtà?

La ricetta per diventare milionari o il più grande bluff economico della storia? Come sempre, la verità sta nel mezzo.

Dalla nascita del Bitcoin nel 2009, il settore delle criptovalute è stato trattato dai mass media in maniera faziosa, inattendibile; contribuendo a creare un alone di timore ed ignoranza che tutt’ora non consente all’investitore di comprendere in maniera chiara i rischi e le opportunità offerte dalla blockchain e le sue applicazioni.

Innanzitutto, perché si parla di blockchain?                                                                                                                                    

La blockchain è la tecnologia alla base dell’intero movimento cripto. Tale tecnologia, ideata nei primi anni ’80, consente a sistemi interamente decentralizzati, anonimi e trasparenti di funzionare in maniera sicura, rapida e senza la necessità di intermediari (comportando una riduzione drastica dei costi e tempi di transazione).                                                                                                                                                                                

Più nello specifico, è possibile immaginare la blockchain come un unico e comune libro mastro su cui vengono annotate tutte le transazioni svolte da ogni singolo individuo. Tali transazioni sono immutabili e visibili a chiunque (tutelando la privacy poiché ad ognuno è associato un indirizzo anonimo).

Ma allora cos’è Bitcoin e perché vale così tanto? Bitcoin è definibile come il primo successo nel mondo della blockchain.

Sviluppata nel 2009, la Bitcoin blockchain (esistono differenti blockchain autonome ed indipendenti) è riuscita a risolvere il problema dei generali bizantini tramite il sistema della Proof of Work (Prova di lavoro/forza), consentendo al primo sistema di scambio/pagamento decentralizzato e trasparente della storia di crescere ed operare in maniera totalmente sicura e senza l’intervento di alcun tipo di intermediario (dal 2009, nessuno è mai riuscito ad hackerare tale sistema). In tutto questo, Bitcoin è quotidianamente distribuito come remunerazione ai vari validatori che assicurano la validità delle transazioni e sicurezza del protocollo.        

L’attuale valore e prestigio di Bitcoin è determinato da una serie di caratteristiche uniche che hanno portato gli investitori ed esperti del settore a definirlo come il “nuovo oro”. Bitcoin, infatti, malgrado avesse come scopo originario quello di fungere da mezzo di pagamento (tutt’ora alcuni supportano tale tesi, ma l’elevata volatilità del bene non aiuta), presenta tutte le qualità necessarie per essere definito un asset antinflazionistico (dunque da acquistare nei momenti più incerti e da detenere nel proprio portafoglio per stabilizzarlo) alla stregua dell’oro:

  • Rarità (supply limitata a 21 milioni, di cui 4 perduti per sempre. L’ultimo Bitcoin verrà “minato” nel 2140)
  • Trasparenza e sicurezza (non è possibile immettere in circolazione Bitcoin falsi)
  • Liquidità (scambiabile su un mercato altamente liquido, per di più in maniera istantanea)
  • Valore intrinseco (strumento finanziario facilmente accessibile a tutte le economie trascurate dai principali players finanziari à paesi poveri ed emergenti con enorme bacino di clienti)
  • Durabilità
  • Divisibilità e fungibilità

Ovviamente, Bitcoin è caratterizzato da una volatilità intrinseca che potrebbe spaventare i più, ma che in realtà è semplicemente frutto del processo di adozione e maturazione del settore tutto. Inoltre, non bisogna dimenticare come Bitcoin a differenza dell’oro possa offrire margini di crescita anche in contesti di crescita economica.

Oltre Bitcoin non c’è nient’altro?                                                                                                                  

L’introduzione nel 2015 del progetto Ethereum, della propria blockchain e degli smart contract (contratti digitali ad esecuzione automatica) hanno posto le basi dell’attuale rivoluzione cripto e della mass adoption.                               

Ethereum ha infatti offerto ai vari sviluppatori una blockchain comune, una rete open-source e sicura da utilizzare per lo sviluppo dei propri progetti e idee.

Nasce così la “finanza decentralizzata” (aka DeFi); protocolli in grado di fornire ai propri clienti servizi finanziari in maniera assolutamente trasparente, istantanea, decentralizzata, anonima a costi irrisori e tassi di interesse impensabili nel mondo finanzia odierno.                                                                                         

Per comprendere la portata di questo fenomeno basti pensare che attualmente i vari protocolli DeFi gestiscono oltre 200 miliardi di dollari, registrando tassi di crescita importanti e destinati a proseguire nel futuro (nel gennaio 2021 tale valore ammontava a circa 25 miliardi di dollari). A questo si unisce anche il malcelato interesse degli intermediari istituzionali che da tempo hanno avviato i primi round di investimento in protocolli DeFi, così come il lancio di servizi in grado di consentire agli investitori poco informati l’accesso a tali piattaforme in maniera semplice ed user friendly.

Parallelamente, numerose sono state le nuove applicazioni e trend che hanno sfruttato le opportunità offerte dalle caratteristiche uniche della blockchain e che hanno contribuito all’accelerazione della mass adoption. Tra questi possiamo citare il “PLAY-TO-EARN”: piattaforme di gaming basate sulla blockchain, assolutamente decentralizzate che consentono ai propri utenti di guadagnare giocando, in quanto i revenues della piattaforma sono distribuiti tra gli utenti stessi (ovvero i possessori dei token della piattaforma. Per token si intende la criptovaluta di governance del protocollo). Esempio più eclatante è il gioco AXIE INFINITY, che unisce il mondo del gaming a quello degli NFT.                                                             

Non è poi possibile non citare l’enorme successo di cui si sono resi protagonisti gli NFT e i protocolli a tema Metaverso, così come il trend del Web 3.0, ovvero piattaforme che consentono agli utenti di utilizzare i normali servizi web (social, siti ecc.) senza la necessità di iscriversi e condividere informazioni sensibili. Altrettanto dirompente è stato il successo di specifici “LAYER 1”: protocolli che propongono nuove blockchain autonome e più performanti in termini di economicità, scalabilità e rapidità di transazioni rispetto a quelle di Ethereum e Bitcoin. Su ognuna di queste blockchain si assiste poi allo sviluppo di specifici protocolli DeFi, NFT, Play-to-earn ecc.  

Quindi qualsiasi token o NFT mi renderà ricco? No!                                                                            

Visto che il mercato è sempre a somma zero, c’è anche un’alta probabilità di perdere il proprio capitale in un batter d’occhio e le ragioni sono abbastanza semplici.                                                        

Gli attuali progetti blockchain vertono essenzialmente su 3 fattori, i quali ne rappresentano allo stesso tempo i punti di forza ma anche di debolezza e sono:

  • Decentralizzazione
  • Smart contract
  • Trasparenza e forking                                                                                                                  

È rilevante soffermarsi particolarmente sull’ultimo punto, in quanto se da un lato la natura open-source dei protocolli blockchain e la possibilità di copiarne i codici per cercare di implementarli e migliorarli tramite la pratica del forking è alla base del successo di questo settore, dall’altra parte bisogna non sottovalutare la possibilità che qualcuno sfrutti tali informazioni per cercare delle falle nei codici e sfruttarle per il proprio tornaconto.

A questo, si affiancano i rischi derivanti dalla facilità con cui i protocolli e token possono essere creati ed i rischi derivanti dai team di sviluppatori, spesso anonimi e non rintracciabili.

Ma allora è possibile sopravvivere in questo mondo? Certo che sì!

Come per qualsiasi altro investimento l’unica soluzione è: studiare, informarsi ed affidarsi a professionisti seri e qualificati.

Il mercato cripto offre margini di guadagno e possibilità che al giorno d’oggi sono ineguagliabili, ma proprio per questo il rischio di imbattersi in truffe e malintenzionati è altissimo. Unico modo per evitarli è investire in prodotti che si conoscono, studiare i progetti, dare una rapida occhiata ai codici del progetto, capire le potenzialità dell’ecosistema e della community, ma soprattutto mai investire in qualcosa solo perché possibile fonte di ricchezza in brevissimo tempo: di solito sono truffe.

Per concludere è fondamentale capire quelle che sono ancora le potenzialità inespresse ed i margini di crescita dell’intero settore:

Comparando il livello di adozione della tecnologia blockchain con Internet sulla base del numero di utenti, è possibile notare come al momento tale tasso sia paragonabile a quello di Internet nel 1998.

Mettendo a confronto le attuali capitalizzazioni di mercato dell’oro e Bitcoin è evidente come anche le più conservative delle previsioni lascino intravedere ampi margini di crescita.

Questa ulteriore immagine mette ancor più in risalto quanto le criptovalute, in qualità di asset, siano ancora agli inizi della propria parabola di crescita.